lunedì 7 gennaio 2008

Per il diritto alla vita...


La moratoria per la vita proposta da Giuliano Ferrara, l’invito alla riflessione sulla legge 194 formulato dal Cardinale Camillo Ruini e il bilancio obiettivo di decenni di aborto “legalizzato” in Italia, in Europa e nel mondo, impongono a chiunque abbia responsabilità politiche approfondimento e azione coerente.
Quando in Italia, a partire dall’inizio degli anni 1970, iniziò la propaganda per introdurre una legislazione abortista, l’intento dei sostenitori era di rendere la gestante libera di ottenere l’intervento abortivo senza ostacoli. L’argomento più usato non fu un richiamo alla libertà, bensì l’opportunità di assistere la gestante che viveva una situazione difficile invece che respingerla nella clandestinità. Si è così costruita una legge – la n. 194 del 22.05.1978 – che riconduce le cause che inducono all’aborto a un’unica vaga indicazione terapeutica e impone al consultorio o al medico di espletare una fase di prevenzione/dissuasione dall’aborto.
Siamo convinti che trent’anni siano più che sufficienti per chiedersi se e come quegli scopi sono stati raggiunti, se la 194 viene applicata in ogni sua parte, se essa ha provocato una reale diminuzione degli aborti, come ripete stancamente la schiera dei suoi sostenitori.
Se è possibile uccidere un uomo in quanto è troppo giovane – non ha completato i nove mesi di permanenza nel corpo della madre –, cioè perché è lontano dall’optimum della vita, non esistono ragioni di principio, ma solo di mera convenienza del momento, per non uccidere chi è troppo vecchio, cioè è lontano dall’optimum della vita al capo opposto del filo, ovvero per non uccidere il portatore di handicap, che è lontano dall’optimum fisico; ovvero per uccidere l'altro in quanto la pensa diversamente, e quindi è lontano da un optimum ideologico, ovvero appartiene a un'altra razza, e quindi non è in linea con l'optimum etnico.
Per questo proponiamo che in occasione della Conferenza programmatica che Alleanza Nazionale organizza a Milano dall’8 al 10 febbraio per definire e illustrare le sue proposte per l’attuale momento politico, una sessione sia dedicata tematicamente al diritto alla vita, e a dare concretezza alla moratoria sull’aborto e alle iniziative da intraprendere in tale direzione. Invitiamo tutti gli iscritti e i simpatizzanti a sottoscrivere questo nostro appello: un partito politico non deve e non può restare indifferente!
Alfredo Mantovano – Gianni Alemanno – Maurizio Gasparri - Barbara Saltamartini – Giorgia Meloni

Leggi l'appello in formato integrale

11 commenti:

Anonimo ha detto...

faccio copia e incolla di quello che ho scritto sul blog di agsalento su questo tema. scusate ma non riesco ad accodarmi al coro (per diversi motivi)

diritto alla vita? diciamo che concordo, in linea di massima con la difesa della vita... sempre. ma evitiamo di essere ipocriti. difendere la vita in alcune situazioni (aborto, eutanasia, ecc) e avallare stermini di massa (come le guerra ovunque siano combattute) oppure fregarsene della salute dei cittadini con tecnologie ad altissimo impatto ambientale (inceneritori, amianto, ripetitori telefonici, nucleare, e tanta altra mmerda che ci circonda) mi sembra una posizione non matura per un movimento (e spesso per un partito) come il nostro. quindi dobbiamo muoverci sulla sia del manifesto in home "hasta la vita, siempre!". altrimenti stiamo solo facendo discriminazione tra modi diversi di morire.

Anonimo ha detto...

Ciao PDM, apprezzo molto il tuo spiccato senso critico e il contributo che costantemente dai in vari forum con i tuoi interventi, non tanto quando sei favorevole, ma in particolar modo, quando sei contrario all'argomento. In questo caso mi sento però di dissentire e fare alcune precisazioni. Io, e dico Io, non avallo e mai ho avallato qualsiasi sterminio di massa. La guerra è un'altra cosa! In guerra si uccide ma nello stesso tempo si mette a repentaglio o si dona la propria vita alla PATRIA!!! A patto che sia, ovviamente, motivata da ideali puri.
Qui non si vuole discriminare nessuno. Anzi, al contrario, si vuole eliminare le discriminazioni che questa legge attua. Si vuole lasciare la libertà a chi ha deciso di aborti di continuare a farlo, ma per esempio -cito solo un caso di richiesta di modifica della 194- si vuole anche dare la possibilità a chi non ce l'ha, ed è costretta ad abortire, di portare avanti la sua difficile gravidanza, con strutture appropriate e non come accade, purtroppo solo in alcune zone d'Italia, affidare ciò al volontariato che tanto ha comunque fatto in questi anni, come per esempio, far nascere la bellezza di 100 mila bambini che senza queste strutture oggi non esisterebbero. Prova a chiedere a loro, come la pensano, anche perchè alcuni di loro oggi hanno 30 anni e dei figli a loro volta.

Anonimo ha detto...

pdm il tuo intervento è apprezzabile, non lo condivido a pieno ma rispetto la tua idea.
Però perchè parli di ipocrisia? ho accennato a temi sui quali, mi pare, sia come movimento che come partito ci siamo sempre attivati in maniera coerente: abbiamo dato vita ad animati dibattiti sulle energie alternative, sui problemi ecologici e MAI abbiamo avvallato guerre o sterminii di massa.
Riguardo all'argomento principale, va specificato che nessuno vuole togliere a nessuno il "diritto" di abortire; solo che, partendo dal punto fermo che siamo contrari a tale pratica, ci battiamo perchè chi decida di intraprendere tale strada viva, almmeno, in un contesto sociale di supporto morale ed anche economico, in modo da prendere una decisione che non sia forzata da altri elementi esterni o da situazioni che spingono verso la convenienza di abortire.
Fermo restando che mi sembra anche il caso di tenere a mente che un figlio è una benedizione non una disgrazia, che nessuno rimane incinta indipendentemente dalla sua volontà e che sia giussto anche assumenrsi le proprie responsabilità senza vittimismo e autocommiserazione.

Anonimo ha detto...

Non si tratta di accettare "insegnamenti" religiosi. Qui si tratta di applicare appieno una legge nata per aiutare la donna. Anche la 194 non deve esere un tabù. Se alcune parti della legge vanno moficate, perchè renderla intoccabile?

Anonimo ha detto...

io sono per la libertà di decidere se portare a termine o meno la gravidanza.Quando una Donna viene a conoscenza di essere incinta si sente responsabile della propria vita e di quella del "suo" bambino, ma, anche se fa male doverlo dire, deve fare i conti con la realtà, con il sistema sociale che, con tutta franchezza aiuta pochissimo soprattutto nei paesini dove bisogna anche combattere con la mentalità retrograda delle persone di stampo tradizionale.C

Graziano ha detto...

Autorevoli esperti indipendenti sostengono che la legge 194 non è stata mai applicata in pieno.
Le parti non applicate sono quelle relative alla costituzione di una rete socile di consultori che abbiano una funzione di prevenzione e sostegno alle donne che si trovano nella difficile condizione, per mille fattori, di dover decidere se continuare o meno la gravidanza.
Le spese sociali prorpiamente dette sono sempre state sacrificate dai governi se non fosse per le parti che riguardano misure popolari e populistiche che servono ad accrescere il condsenso.
Prima di modificare o abolire una legge bisogna verificare se è stata applicata pienamente.
L'argomento è, infine, di così delicato interesse della coscienza che è difficile farne un cavallo di battaglia politico. Nessuno può fissare una linea che valga per tutti.
In questi casi la legge, seria, deve consentire, entro ben precisi limiti, la libertà di scelta. Chi ha profonde convinzioni opererà sedondo queste ultime. chi non ne possiede procederà anche se la legge lo vieta espressamente.
Graziano De Tuglie

Anonimo ha detto...

innanzi tutto una precisazione: nel mio intervento dicevo testualmente "diciamo che concordo, in linea di massima, con la difesa della vita... sempre". quindi non ho detto di essere contrario alla difesa della vita, anche a quella degli "uomini" appena concepiti. dico solo che le persone che firmano quel manifesto (citerei due su tutte, ma non lo faccio) sono poco credibili in tema di difesa della vita e, loro sicuramente, hanno avallato stermini di massa come è la guerra in iraq (solo per fare un esempio) giudicandola con parametri etico-religiosi che sono solo una copertura (siamo tutti abbastanza grandi per saperlo bene). mi chiedo quindi, che senso abbia difendere un "uomo" di 4 giorni appena concepito e ucciderne un altro dall'altra parte del pianeta di 20 anni? e poi la riflessione di graziano mi pare appropriata: ma la 194 è stata mai applicata appieno o la richiesta di una sua revisione è solo un modo per affermare una visione etico-religiosa che non ci appartiene (e/o non mi appartiene)?

Graziano ha detto...

Bravo Pierantonio, non possiamo avere una linea politica confessionale.
Graziano De Tuglie

Anonimo ha detto...

Mi dispiace dirlo, ma dagli interventi di Pierantonio e Graziano deduco che non avete letto la moratoria nella forma integrale. Quello che la moratoria vuole mettere in evidenza è proprio ciò che dite voi: cioè il fatto che la 194 non è mai stata applicata in pieno. E' una delle migliori leggi della Repubblica, ma rimane tale solo sulla carta. Non esistono organi di controllo sull'attuazione, fino in fondo della stessa. Lasciando l'interpretazione al libero arbitrio di chiunque.
Per quanto riguarda chi firma la moratoria a me non mi interessa. LA FIRMO IO!!! Perchè è una cosa in cui ci credo, così come quando si attaccò per la prima volta l'IRAK, il mio Istituto Tecnico Industriale "Majorana" di Brindisi, di cui ero rappresentante di Istituto non entrò a fare lezione per 65 giorni e la città era piena di volantini pro SADDAM, per l'autodetermizazione dei popoli!!! Anche in quel caso non mi interessava chi invece, nel mio partito, era a favore dell'attacco.

Graziano ha detto...

Caro Giuseppe, se una legge non è applicat, proprio nella parte migliore e forse più congeniale a chi crede in certi valori, si fa tutto il possibile per farla applicare non si chiedono moratorie che non si sa dove vanno a parare .
La legge 104 è del 1978, la non applicazione delle parti che prevedono la prevenzione e il sostegno alle donne in difficoltà non fu applicata, per primi, dai democristiani che l'avevano tanto osteggiata ma che avevano inserito questi benemeriti principi di prevenzione e poi da tutti gli altri fino ai giorni nostri.
Io vederi, quindi meglio, un'azione crale perchè la legge sia applicata integralmente.
Ripeto infine che vedo una nettissima separazione tra concezioni religiose e linee politiche; nei casi in cui è in ballo la coscienza non c'è legge che tenga. Io non usufruisco, pur avendone la facoltà, delle leggi che vanno contro i mie principi etici.
Graziano De Tuglie

Anonimo ha detto...

Complimenti per lo spiccato senso critico. E' difficile trovare iniziative e proposte che trovino la destra "totalmente" concorde.
E, poi, dicono che a destra non si discute. Questo blog è esemplare. Già all'interno della Destra Sociale ci sono opinioni differenti! E' una bella soddisfazione, però,sapere che CI SONO OPINIONI.