lunedì 28 gennaio 2008

Associazione per lo sviluppo Industriale Lecce: uno sfacelo


E’ stato presentato il 18.01.2008 il Programma di ripianamento del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale della Provincia di Lecce. Si apprende così che il Consorzio sulla base delle risultanze contabili evidenzia una situazione patrimoniale, economica e finanziaria deficitaria tale da configurare un conclamato stato di dissesto e versa in condizioni di assoluta il liquidità tale da determinare l’insolvenza. In particolare il deficit stimato al 31.10.2007 ammonta a Euro 15.579.276,29. Viene così proposto l’accensione di un mutuo trentennale, la mobilità per 18 dipendenti, l’aumento delle entrate tributarie dell’ente con applicazione delle tasse di occupazione delle aree degli spazi pubblici, l’esazione delle tasse di pubblicità ed affissione, l’applicazione della tassa di emungimento acqua dal sottosuolo alle imprese insediate, la compartecipazione delle imprese e dei comuni alle spese di manutenzione del verde e quelle per la pubblica illuminazione, la revisione delle tariffe dei servizi a domanda individuale per autorizzazioni, pareri, controlli. Ed ancora la revisione e l’aggiornamento dei criteri e dei prezzi di assegnazione delle aree industriali, la ricapitalizzazione e la contribuzione annuale dei partecipanti al consorzio. Questo il desolante quadro d’insieme. Le conseguenze di questo lungo e pessimo mal governo saranno come sempre per i comuni salentini, per i cittadini, per le imprese! Discorsi ed impegni come sempre a vanvera con una certezza finale: nessuno pagherà! Viva l’Italia.
Francesco Caccetta

sabato 26 gennaio 2008

DEFICIT DA FALLIMENTO


Le condizioni economiche dell'azienda Italia sono in affanno almeno dal 1974, epoca di un governo Moro, con La Malfa ministro del tesoro, che decise di adottare una politica di “deficit spending” per smuovere la stagnazione in cui era precipitata la Nazione a seguito della crisi mondiale scatenata dalla guerra dello Yom Kippur del 1973.
Si stabilì, all'epoca, una soglia “invalicabile” del deficit pubblico in novemila miliardi di Lire. Allo scrivente, aqppena diciottenne, la cifra sembrò colossale (lo stipendio di un impiegato statale era sulle duecentocinquantamila lire mensili).
Oggi, trentaquattro anni dopo, il deficit consolidato dello stato italiano ammonta a 1650 miliardi di euro, pari a 3 milioni 200mila miliardi di lire, ed ogni anno genera interessi per 74 miliardi di euro (pari a 143mila 283 miliardi di lire).
In tutte le discussioni politiche questi dati non vengono mai citati ma sono il perno principale attorno cui ruotano le difficoltà economiche dell'azienda Italia.
Attenzione parliamo del debito consolidato, accumulato, cioè, dai deficit annuali di ogni esercizio finanziario statale; non dobbiamo confonderci con il deficit annuale che è quello su cui vige il vincolo europeo del contenimento entro il 3%.
Privatizazioni e tesoretti non sono mai stati sufficienti a ridurre questo stratosferico indebitamento che è la vera palla al piede dell'economia italiana e che è il frutto della totale incompetenza di coloro che hanno governato negli anni in cui il deficit è cresciuto a dismisura.
Negli anni di Tangentopoli sostenevo che la disonestà non era la causa del debito pubblico, cui avrà pure contribuito per 25-30 miliardi di euro ma i restanti 1620 miliardi sono causati da incompetenza allo stato puro.
Graziano De Tuglie

giovedì 24 gennaio 2008

AN Melissano: incontro con iscritti e simpatizzanti


Venerdì 25 gennaio alle ore 18,30 presso il circolo di Alleanza Nazionale di MELISSANO si terrà un incontro per discutere, con iscritti e simpatizzanti, delle ultime iniziative politiche. Gli argomenti sono proprio numerosi: dalla fine della Casa delle Libertà “decretata” da Berlusconi alla Conferenza programmatica di An che si terrà nella prima decade di marzo a Milano. L’occasione dell’incontro servirà anche ad illustrare i motivi della grande manifestazione di sabato scorso a Bari. Voluta dal coordinamento regionale della destra pugliese, a Bari il popolo della destra ha manifestato – con GIANFRANCO FINI e con ADRIANA POLI - la propria delusione verso il governo regionale di Vendola che ha varato una finanziaria fatta, anche questa, di tasse a carico dei cittadini pugliesi.
All’incontro parteciperanno, fra gli altri:
CESARE CAPUTO, presidente del circolo An di Melissano;
FRANCESCO ZUCCARO, responsabile del nucleo di Azione Giovani;
FRANCESCO CIMINO, assessore Comune di Racale;
GIUSEPPE STAMERRA, componente dell’Assemblea Nazionale di An;
ROBERTO TUNDO, componente della Direzione Nazionale di An.

martedì 22 gennaio 2008

Governo Prodi in crisi: la parola ai cittadini!


Sembra proprio che la telenovela del Governo Prodi stia per giungere alla sua ultima puntata. Dopo mesi e mesi sostenuti al motto di “Barcollo ma non crollo”, Romano Prodi sembra giunto al capolinea.
Ho sempre sostenuto che le contraddizioni all’interno dell’attuale maggioranza di centrosinistra erano così forti che sarebbe bastato un niente per mandarli a casa. In realtà la sete di potere è stata più forte di tutto e alla fine si è dovuti giungere al punto in cui non è stato sufficiente nemmeno un avviso di garanzia al Ministro della Giustizia a far venire a Prodi e compagni la dignità delle dimissioni.
Anche domani si arriverà all’ennesima conta, ma l’impressione è che stavolta nessun “Rospo” (Dini) e nessuna “Balena” (Udeur) salveranno il “Professore”.
Per la seconda volta Prodi cade prima del termine del suo mandato a differenza di quanto ha fatto il Governo di centrodestra che è durato per l’intera legislatura a dimostrazione che la responsabilità e la coerenza, anche nel mare delle difficoltà, hanno casa certa e sicura e si trovano collocati dalla nostra parte.
L’auspicio mio personale e di Alleanza Nazionale è che si torni a dare il mandato agli elettori e che questi possano essere liberi di dire la propria e di dare il loro indirizzo politico.
Ugo Lisi

mercoledì 16 gennaio 2008

L'assalto al Papato



Cosa c'è veramente dietro questo rigurgito di esasperato laicismo e di veteromarxismo? Cosa c'è dietro la scandalosa violenza espressa da una parte dei professori universitari della Sapienza di Roma nei confronti del Pontefice? Cosa c'è dietro questo abbaiare continuo di una potente minoranza ben foraggiata e supportata dalla stampa e dalla intellighenzia italiana? C'è in fondo la paura di un ritorno prepotente al Sacro e all'Uomo nella sua grande dignità di figlio di Dio. C'è la paura di confrontarsi con i problemi di fondo di sempre dell'Uomo. C'é forse la fine di una egemonia culturale che è partita dall'Illuminismo e dalla Rivoluzione francese. C'é il ritrovarsi che suscita scalpore da un lato e speranza dall'altro per i temi legati alla vita, all'etica, alla dignità. E' in atto così uno scontro che non è da oggi più solo sotterraneo. C'è uno scontro di verità, c'è una voglia nuova di riappropriarsi di grandi idealità, di spendersi per grandi battaglie, per grandi traguardi. Si intrecciano così visioni diverse del mondo, dell'uomo e della storia. Di questo quindi bisogna prendere atto e muoversi nel solco di una nuova rivoluzione culturale. Per porre fine all'ipocrisia del cattolicesimo democratico ed alle fantasie politiche di nuovi imbonitori della politica pronti a ragionare con tutti ed a dar ragione a tutti. Per dare un nuovo respiro ad un secolo che sembrava esser nato già orfano di idee e di uomini.
Francesco Caccetta

sabato 12 gennaio 2008

CON FINI A BARI: Alleanza Nazionale in corteo


Si svolgerà a Bari, sabato 19 gennaio, il corteo organizzato da Alleanza Nazionale dal titolo: "le tappe del disastro", con chiaro riferimento alla drammatica esperienza governativa regionale di Vendola e compagni. La manifestazione partirà alle ore 16,00 dalla piazzetta INPS del Lungomare Nazzario Sauro del capoluogo pugliese e terminerà con un comizio della coordinatrice regionale di An, on. Adriana Poli Bortone.
Alla manifestazione prenderanno parte tutti i dirigenti nazionali e provinciali del partito oltre che numerosi iscritti e simpatizzanti tramite dei pulman messi a disposizione appositamente per l'evento.
Oltre a Fini, e a tutti i dirigenti di AN della Puglia saranno presenti anche i circoli della Libertà di Michela Brambilla e l'UGL.
Nella Mattinata, invece, Fini presiederà un'assemblea regionale a Villa Romanazzi Carducci in vista della Conferenza Nazionale che si terrà a Milano nei giorni 8-9 e 10 febbraio.

COPERTINO: incontro con iscritti e simpatizzanti


Lunedì 14 gennaio alle ore 19,00 presso il circolo di Alleanza Nazionale di COPERTINO si terrà un incontro con il dirigente nazionale ROBERTO TUNDO, per discutere, con iscritti e simpatizzanti, delle ultime iniziative politiche.
Gli argomenti sono proprio numerosi: dalla fine della Casa delle Libertà “decretata” da Berlusconi alla Conferenza programmatica di An che si terrà nella prima decade di febbraio a Milano.
L’occasione dell’incontro servirà anche ad illustrare la manifestazione di sabato 19 gennaio a Bari. Voluta dal coordinamento regionale della destra pugliese, a Bari il popolo della destra manifesterà la propria delusione verso il governo regionale di Vendola che ha varato una finanziaria fatta, anche questa, di tasse a carico dei cittadini pugliesi. E’ previsto un corteo e, poi, il comizio finale dell’on. ADRIANA POLI BORTONE e del presidente del partito GIANFRANCO FINI.
All’incontro di Copertino parteciperanno.
MAURO VALENTINO, coordinatore del circolo An di Copertino;
GIUSEPPE FRACELLA, componente dell’Assemblea Nazionale di An;
GIUSEPPE STAMERRA, componente dell'Assemblea Nazionale di AN;
ROBERTO TUNDO, componente della Direzione Nazionale di An.

giovedì 10 gennaio 2008

"Monnezza Campana"


Nel 1975 Maurizio Valenzi, uomo di punta del PCI napoletano, diventa Sindaco di Napoli, comincia un'egemonia che dura ancora oggi,.trentatré anni di dominio incontrastato con il controllo quasi completo di tutti gli altri enti locali della Campania.
Quale è il risultato dell'interrotto governo delle “forze sane del Paese”?
Napoli e buona parte della Campania sono letteralmente sommerse dai rifiuti, è l'epilogo della “buona Amministrazione “ della sinistra che, si autoreferenzia come l'unica capace di coniugare l'amministrazione con l'efficienza, la competenza, la legalità, la trasparenza.
Menzogne alimentate da una informazione di parte, vittima di una egemonia culturale e divulgativa.
Antonio Bassolino, per sette anni sindaco di Napoli, Ministro del lavoro, da otto anni presidente della Giunta regionale, ha, per tutti gli anni del suo dominio, solo nascosto la spazzatura sotto il tappeto e nessuno se ne era accorto.
Dove è stato in tutto questo tempo il giornalismo d'inchiesta sempre molto attento alle nefandezze delle forze politiche non di sinistra, dove erano i Santoro, i Floris così puntuali a denunciare i guasti delle amministrazioni di centrodestra, secondo loro rette da incapaci, da arruffoni, poco attente ad evitare la commistione tra politica e malaffare, incapaci di fare rispettare la legalità?
Possibile che non si sia trovata una Gabbanelli pronta ad infilare le videocamera sotto il tappeto per trovare la spazzatura accumulata da Bassolino?
Scarsissimo lo spazio dato alle denunce dell'opposizione che indicavano le premesse della “tragedia” (termine usato dal Capo dello Stato per definire la situazione partenopea) e segnalavano gli sprechi dissennati? Ancora oggi la condanna di Bassolino, che la Corte dei conti chiama a rifondere tre milioni di euro sperperati da Commissario straordinario per i rifiuti, passa sotto quasi sotto silenzio
Quanto ci costano questi incompetenti cosmici, quanto pesano sul bilancio della Nazione?
La Comunità europea minaccia sanzioni economiche, i turisti fuggono a frotte, enormi quantità di denaro sono state sperperate senza alcun risultato e altre colossali cifre dovranno essere impegnate per risolvere il problema.
E' il crollo definitivo del falso mito della sinistra buona amministratrice e custode della legalità, anche se l'egemonia dell'informazione, compresa quella che fa capo al cavaliere di Arcore, minimizza i danni e scolora le responsabilità
Graziano De Tuglie

lunedì 7 gennaio 2008

Per il diritto alla vita...


La moratoria per la vita proposta da Giuliano Ferrara, l’invito alla riflessione sulla legge 194 formulato dal Cardinale Camillo Ruini e il bilancio obiettivo di decenni di aborto “legalizzato” in Italia, in Europa e nel mondo, impongono a chiunque abbia responsabilità politiche approfondimento e azione coerente.
Quando in Italia, a partire dall’inizio degli anni 1970, iniziò la propaganda per introdurre una legislazione abortista, l’intento dei sostenitori era di rendere la gestante libera di ottenere l’intervento abortivo senza ostacoli. L’argomento più usato non fu un richiamo alla libertà, bensì l’opportunità di assistere la gestante che viveva una situazione difficile invece che respingerla nella clandestinità. Si è così costruita una legge – la n. 194 del 22.05.1978 – che riconduce le cause che inducono all’aborto a un’unica vaga indicazione terapeutica e impone al consultorio o al medico di espletare una fase di prevenzione/dissuasione dall’aborto.
Siamo convinti che trent’anni siano più che sufficienti per chiedersi se e come quegli scopi sono stati raggiunti, se la 194 viene applicata in ogni sua parte, se essa ha provocato una reale diminuzione degli aborti, come ripete stancamente la schiera dei suoi sostenitori.
Se è possibile uccidere un uomo in quanto è troppo giovane – non ha completato i nove mesi di permanenza nel corpo della madre –, cioè perché è lontano dall’optimum della vita, non esistono ragioni di principio, ma solo di mera convenienza del momento, per non uccidere chi è troppo vecchio, cioè è lontano dall’optimum della vita al capo opposto del filo, ovvero per non uccidere il portatore di handicap, che è lontano dall’optimum fisico; ovvero per uccidere l'altro in quanto la pensa diversamente, e quindi è lontano da un optimum ideologico, ovvero appartiene a un'altra razza, e quindi non è in linea con l'optimum etnico.
Per questo proponiamo che in occasione della Conferenza programmatica che Alleanza Nazionale organizza a Milano dall’8 al 10 febbraio per definire e illustrare le sue proposte per l’attuale momento politico, una sessione sia dedicata tematicamente al diritto alla vita, e a dare concretezza alla moratoria sull’aborto e alle iniziative da intraprendere in tale direzione. Invitiamo tutti gli iscritti e i simpatizzanti a sottoscrivere questo nostro appello: un partito politico non deve e non può restare indifferente!
Alfredo Mantovano – Gianni Alemanno – Maurizio Gasparri - Barbara Saltamartini – Giorgia Meloni

Leggi l'appello in formato integrale

Trenta anni da Acca Larentia


Anche se gli anni passano e le storie si dilatano, si scoprono nuovi orizzonti e si imboccano nuove strade, i ricordi di ieri devono essere sempre vivi in una comunità di idee e di valori. Ripensiamo dunque al 1978, a quel tragico 7 Gennaio, ricordiamo il cielo livido di Roma, la paura ed il dolore, le lacrime, le urla e gli spari, il sangue. Ricordiamo i volti di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta, Stefano Recchioni, ricordiamo l’odio e la violenza. Trenta anni che sembrano oggi appartenere ad un altro mondo, ad un’altra generazione. Ma per loro, per la forza delle loro idee, per il loro sacrificio, vada oggi un pensiero gioioso da ognuno di noi. Per loro risuoni oggi come ieri il grido solenne: Presente!
Francesco Caccetta

giovedì 3 gennaio 2008

Il Fantasma della povertà


Spunti di riflessione:
a) le direttrici e le forme del movimento sono diverse, ma l’effetto complessivo è lo stesso: l’Occidente esporta ricchezza e importa povertà.
b) I salari occidentali entrano in concorrenza con quelli orientali senza che quelli orientali debbano immigrare e venire a lavorare nelle nostre fabbriche. Non occorre che gli operai si muovano, ci pensano infatti i capitali occidentali che direttamente o indirettamente finanziano le fabbriche orientali…
c) Gli operai si trovano così stretti tra la morsa “salari orientali - costi occidentali”. I salari percepiti dagli operai occidentali tendono a livellarsi verso il basso, appiattendosi sui parametri dei salari orientali., per contro, il costo dello standard di vita materiale e sociale resta quello occidentale.
d) …nella migliore delle ipotesi, l’operaio orientale fa concorrenza sul salario all’operaio occidentale; nella peggiore, gli ruba il posto di lavoro.
e) Gli occidentali assistono passivamente all’apertura di questo cantiere di demolizione…
f) Non si può competere con l’Asia sulla forza lavoro. Si devono riorganizzare gli Stati.
“Il fantasma della povertà” AA.VV. Mondatori, 1995
Salvatore Ruberti