giovedì 30 ottobre 2008

Rovesciare il '68


Il Decreto del ministro Gelmini è legge e sicuramente domani, anche a Lecce, l’Onda Anomala si farà sentire per lo sciopero generale indetto dal mondo della scuola e dell’Università.

Possibile che gli studenti universitari leccesi non vedano come troppi corsi di laurea, troppi docenti, troppe spese non istituzionali, ed una mania di grandezza che ha moltiplicato le sedi universitarie a Taranto e a Brindisi abbiano sottratto alla cultura, all’insegnamento e alla formazione ingenti risorse finanziarie?

 

Il Decreto del ministro Gelmini è legge e sicuramente domani, anche a Lecce, l’Onda Anomala si farà sentire per lo sciopero generale indetto dal mondo della scuola e dell’Università.

La vera anomalia è quella del movimento degli studenti che, almeno quelli più rumorosi,  anche a Lecce, sembrano difendere più gli interessi della casta dei professori e dei presidi, che i propri.

Insegnanti ed alunni, delle medie superiori e dell’università, sono scesi in campo con occupazioni, cortei, lezioni in piazza, manifestazioni di protesta nei confronti della riforma del ministro Mariastella Gelmini, per la preoccupazione che possa venire ridotto il tempo pieno, per la tutela delle scuole di montagna con meno di cinquanta alunni, per disapprovare il ritorno al maestro unico (seppur affiancato dall’insegnante di religione e da quello di inglese), per voti espressi in decimi,  per il 5 in condotta, per il blocco dei manuali per cinque anni. E’ questo il cuore della legge approvata, che ha come obiettivo la riforma della Scuola Elementare.

Il decreto Gelmini riforma la Scuola Elementare, i tagli all’Università erano invece inseriti nella manovra economica del governo Berlusconi presentata a giugno ed approvata nel mese di  agosto.

Ma, anche quando la protesta sembra indirizzarsi verso i problemi propri dell’università, l’Onda Anomala si schiera dalla parte del potere, dei baroni. Le Università lamentano il taglio dei fondi di finanziamento ordinario ma non spiegano come gli Atenei siano diventati, nel corso dell’ultimo decennio, dei formidabili centri di spesa. Possibile che gli studenti universitari leccesi non vedano come troppi corsi di laurea, troppi docenti, troppe spese non istituzionali, ed una mania di grandezza che ha moltiplicato le sedi universitarie a Taranto e a Brindisi abbiano sottratto alla cultura, all’insegnamento e alla formazione ingenti risorse finanziarie? E’ vero, o no, che girando fra le aule universitarie dell’Università del Salento, si assiste ad insegnamenti che sono seguiti da cinque o sei studenti? A chi giova: agli studenti o ai professori?

Vendola ed Emiliano, ieri, a Bari si sono messi alla testa del corteo studentesco  per conservare l’esistente nel nome di una sinistra che difende i costosi privilegi della casta baronale (il sistema universitario, ormai, esclude i diversi…i non raccomandati, infatti, sono poche eccezioni). Per fortuna ci sono anche tanti studenti che lottano per la selezione dei meritevoli, per il rispetto degli alunni, per l’efficacia e per l’efficienza nella scuola, perché le risorse siano investite per una scuola di qualità, per lo sviluppo e la ricerca.

Roberto Tundo

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